Milano - Quali soluzioni, introdotte durante la pandemia diventeranno permanenti nel sistema produttivo della chimica verde?Il tavolo tecnicoorganizzato da Regione Lombardia e dal Cluster Lombardo della Chimica Verde misura la risposta alla crisi delle imprese alla pandemia. La farmaceutica, pari al 55% delle imprese del settore chimica, guida gli investimenti verdi e in particolare in Lombardia, dove è attiva la più alta concentrazione di imprese che nel quinquennio 2016-2020 hanno deciso di investire in tecnologie green, un primato costituito da 90 mila unità produttive (20,3% del totale nazionale).
Quali incentivi finanziari e politiche regionali potrebbero accelerare la ripresa economica del comparto chimico? La discussione si orienta al co-design di politiche e finanziamenti per la transizione verde. Cresce il numero di aziende che investono in tecnologie verdi in grado di ridurre l'uso di sostanze nocive e le emissioni di anidride carbonica: tra quelle che hanno investito in soluzioni green, il 14% è riuscito ad aumentare nel 2021 il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green (GreenItaly, 2021)
Al tavolo tecnico, moderato da Dario Sciunnach di Regione Lombardia e Sara Daniotti, project manager del Cluster LGCA hanno partecipato aziende lombarde operanti nei settori della depurazione delle acque, e delle applicazioni tessili e nutraceutiche.
“I servizi essenziali per i cittadini – spiegail rappresentante di uno dei principali gestori del sistema idrico in Lombardia - non si sono interrotti, e la pandemia ha fornito un forte stimolo a dotarci di nuovi strumenti di certificazione verde che rendessero più tangibili i nostri sforzi per la sostenibilità”.
Salute, sicurezza e benessere sono al centro della risposta alla crisi sanitaria, che ha spinto numerose imprese a sviluppare soluzioni concrete: “la pandemia ha rappresentato per noi un’opportunità di rilancio aziendale ed esplorazione di nuovi segmenti di mercato grazie allo sviluppo di nuovi integratori e soluzioni per la sicurezza e disinfezione” spiega Silvia Rapacioli, presidente di Bict srl, azienda biotecnologica specializzata in sviluppo di bioprocessi e prodotti industriali.
Il mercato della chimica applicata al benessere e prevenzione, è tra quelli che sta vivendo un trend crescente di consumi – con oltre 2 miliardi di euro (+7,4%) spesi nel primo semestre del 2021 (Sole24)- lo conferma Marco Bernasconi, CEO di FLANAT Research Italia srl che sviluppa ingredienti attivi da fonti vegetali “durante l’emergenza sanitaria, il mercato degli alimenti funzionali e degli integratori è aumentato a fronte di una maggiore richiesta di prodotti naturali ed efficaci. La nostra azienda ha sviluppato nuovi ingredienti nonostante le difficoltà di accesso alle risorse vegetali; accelerando, ed in alcuni casi anche incrementando, gli investimenti in ricerca e sviluppo”.
Colpito severamente dalla pandemia, il settore della moda e del design che rappresenta l’8,5% del fatturato dell’industria manufatturiera - “ha risposto riscrivendo le abitudini di acquisto in chiave digitale e inaugurando nuove collezioni Made in Italy sostenibile – spiega Francesco Merlino, direttore tecnico e co-founder di Vegea srl, azienda che produce e commercializza tessuti bio-based vegani e cruelty-free. “Nonostante le difficoltà ad incontrare fisicamente i nostri clienti, prassi consolidata nel nostro settore – continua Merlino – stiamo sperimentando nuove forme di customizzazione dei nostri prodotti per aumentare la loro sostenibilità”.
Il tavolo tecnico di inserisce nel contesto di uno studio condotto da Regione Lombardia e dal (Cluster LGCA) nel contesto del progetto europeo S3Chem – Smart Chemistry Specialization Strategy per misurare l’impatto del Covid19 nel comparto lombardo della chimica verde e identificare soluzioni resilienti a supporto delle politiche finanziarie regionali.
Quali incentivi finanziari e politiche regionali potrebbero accelerare la ripresa economica del comparto chimico? La discussione si orienta al co-design di politiche e finanziamenti per la transizione verde. Cresce il numero di aziende che investono in tecnologie verdi in grado di ridurre l'uso di sostanze nocive e le emissioni di anidride carbonica: tra quelle che hanno investito in soluzioni green, il 14% è riuscito ad aumentare nel 2021 il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green (GreenItaly, 2021)
Al tavolo tecnico, moderato da Dario Sciunnach di Regione Lombardia e Sara Daniotti, project manager del Cluster LGCA hanno partecipato aziende lombarde operanti nei settori della depurazione delle acque, e delle applicazioni tessili e nutraceutiche.
“I servizi essenziali per i cittadini – spiegail rappresentante di uno dei principali gestori del sistema idrico in Lombardia - non si sono interrotti, e la pandemia ha fornito un forte stimolo a dotarci di nuovi strumenti di certificazione verde che rendessero più tangibili i nostri sforzi per la sostenibilità”.
Salute, sicurezza e benessere sono al centro della risposta alla crisi sanitaria, che ha spinto numerose imprese a sviluppare soluzioni concrete: “la pandemia ha rappresentato per noi un’opportunità di rilancio aziendale ed esplorazione di nuovi segmenti di mercato grazie allo sviluppo di nuovi integratori e soluzioni per la sicurezza e disinfezione” spiega Silvia Rapacioli, presidente di Bict srl, azienda biotecnologica specializzata in sviluppo di bioprocessi e prodotti industriali.
Il mercato della chimica applicata al benessere e prevenzione, è tra quelli che sta vivendo un trend crescente di consumi – con oltre 2 miliardi di euro (+7,4%) spesi nel primo semestre del 2021 (Sole24)- lo conferma Marco Bernasconi, CEO di FLANAT Research Italia srl che sviluppa ingredienti attivi da fonti vegetali “durante l’emergenza sanitaria, il mercato degli alimenti funzionali e degli integratori è aumentato a fronte di una maggiore richiesta di prodotti naturali ed efficaci. La nostra azienda ha sviluppato nuovi ingredienti nonostante le difficoltà di accesso alle risorse vegetali; accelerando, ed in alcuni casi anche incrementando, gli investimenti in ricerca e sviluppo”.
Colpito severamente dalla pandemia, il settore della moda e del design che rappresenta l’8,5% del fatturato dell’industria manufatturiera - “ha risposto riscrivendo le abitudini di acquisto in chiave digitale e inaugurando nuove collezioni Made in Italy sostenibile – spiega Francesco Merlino, direttore tecnico e co-founder di Vegea srl, azienda che produce e commercializza tessuti bio-based vegani e cruelty-free. “Nonostante le difficoltà ad incontrare fisicamente i nostri clienti, prassi consolidata nel nostro settore – continua Merlino – stiamo sperimentando nuove forme di customizzazione dei nostri prodotti per aumentare la loro sostenibilità”.
Il tavolo tecnico di inserisce nel contesto di uno studio condotto da Regione Lombardia e dal (Cluster LGCA) nel contesto del progetto europeo S3Chem – Smart Chemistry Specialization Strategy per misurare l’impatto del Covid19 nel comparto lombardo della chimica verde e identificare soluzioni resilienti a supporto delle politiche finanziarie regionali.