In occasione delle prime 500 registrazioni viene pubblicata la I edizione cartacea del Registro Araldico Italiano, archivio digitale fondato e curato dallo Studio Araldico Pasquini.
La prima edizione è edita da Borè srl ed è in vendita sul sito Youcanprint.it e su altre piattaforme; le altre informazioni sulla prima edizione del RAI sono pubblicate alla pagina http://www.registroaraldicoitaliano.com/prima_edizione.html
Tutte le versioni del registro sono curate da Sebastiano Pasquini, titolare dello Studio Araldico Pasquini, perito in Scienze antiche ed araldiche presso la CC.I.AA. Di Chieti e specializzato in consulenze e ricerche araldiche, nonchè alla realizzazione di stemmi ed emblemi ex novo, oltre che in ricerche genealogiche.
Non esistendo in Italia un’autorità pubblica che tuteli gli stemmi di famiglia, il RAI è nato principalmente per censire, promuovere e tutelare soprattutto questi blasoni.
Tuttavia considerando che in araldica esistono anche altre categorie di stemmi, si è pensato di includere anche gli emblemi facenti parte di altre categorie.
Nella Parte I del RAI ci sono gli Stemmi Storici che si suddividono in Stemmi Noti e Stemmi Riconosciuti.
Nella Parte II gli Stemmi Moderni, che comprendono le seguenti sezioni: Stemmi Ecclesiastici, Stemmi di Famiglia, Stemmi Goliardici, Stemmi con Decreto, Stemmi di Proprietà, Stemmi con Sentenza ed Arme Coniugalis.
Nella Parte III vengono registrati gli Alberi Genealogici, sia di Famiglia, che Epicsopali, che Spirituali.
Nella Parte IV troviamo gli Stemmi Commerciali, nella Parte V gli Stemmi di Enti, nella Parte VI ci sono gli Stemmi Stranieri, nella Parte VII gli Emblemi Commemorativi e Celebrativi ed infine una parte riservata agli Stemmi di Distinta Civiltà.
Gli unici stemmi che non sono stati censiti sono quelli civici, per la semplice ragione che già esiste un sito dedicato a questa categoria di stemmi, www.araldicacivica.it.
Il principale scopo del registro è di pubblicizzare e rendere noti gli stemmi censiti, in modo di facilitare la rapida identificazione dei proprietari degli stessi.
Purtroppo l'esistenza di questo registro non può evitare che più famiglie usino lo stesso stemma o emblema, o che alcune rubino letteralmente l'arma di una casata con stesso cognome, ma cerca di scoraggiare questa abitudine scorretta ed anti-storica e si adopera affinchè tutto ciò non succeda, consigliando gl'interessati ad adottare stemmi di famiglia ex novo ed unici.
Il RAI quindi è da considerare più uno specchio che "registra" la situazione araldica in Italia, che un'autorità che riconosce o concede titoli, onorificenze o stemmi.
Oltre allo stemma è possibile registrare anche insegne, cimieri, rebus, motti, vessilli, ex libris, livree, sigilli ed alberi genealogici. La lista completa degli emblemi che si possono registrare sul RAI è pubblicata su un’apposita guida ( http://www.registroaraldicoitaliano.com/guida_araldica.html).
Il petizionario può allegare alla richiesta di registrazione anche uno statuto araldico, le brisure di famiglia o l’esegesi degli emblemi registrati.
Non esistendo più leggi che riguardino la regolamentazione della materia araldico-nobiliare, i cittadini italiani sono liberi di usare gli elementi esterni di uno stemma come credono. Infatti elmi, supporti, corone o lambrecchini possono essere usati anche come elementi decorativi di uno scudo o come "..fregio alle figure dello scudo" (Felice Tribolati, Grammatica Araldica, ed. Hoepli).
Il RAI ha due domini internet, registroaraldico.it e registroaraldicoitaliano.com ed il nuovo sito permette anche di effettuare ricerche avanzate sia delle registrazioni che degli emblemi registrati e la schermata successiva si compone di ulteriori filtri, come gli smalti, e gli elementi sia interni che esterni di uno stemma, i settori a cui si richiamano gli emblemi, i concetti ed i riferimenti espressi negli emblemi, gli stili degli stessi, le case sovrane che hanno concesso l'emblema, il tipo d’arme, se ci sono brisure o statuti araldici o esegesi, etc. Interessanti e di aiuto anche le sezioni dedicate alla legenda, alle nozioni araldiche e agli usi e consuetudini.
La I edizione del RAI è accompagnata da un video, che è pubblicato nel canale Youtube dello studio e del RAI.
La prima edizione è edita da Borè srl ed è in vendita sul sito Youcanprint.it e su altre piattaforme; le altre informazioni sulla prima edizione del RAI sono pubblicate alla pagina http://www.registroaraldicoitaliano.com/prima_edizione.html
Tutte le versioni del registro sono curate da Sebastiano Pasquini, titolare dello Studio Araldico Pasquini, perito in Scienze antiche ed araldiche presso la CC.I.AA. Di Chieti e specializzato in consulenze e ricerche araldiche, nonchè alla realizzazione di stemmi ed emblemi ex novo, oltre che in ricerche genealogiche.
Non esistendo in Italia un’autorità pubblica che tuteli gli stemmi di famiglia, il RAI è nato principalmente per censire, promuovere e tutelare soprattutto questi blasoni.
Tuttavia considerando che in araldica esistono anche altre categorie di stemmi, si è pensato di includere anche gli emblemi facenti parte di altre categorie.
Nella Parte I del RAI ci sono gli Stemmi Storici che si suddividono in Stemmi Noti e Stemmi Riconosciuti.
Nella Parte II gli Stemmi Moderni, che comprendono le seguenti sezioni: Stemmi Ecclesiastici, Stemmi di Famiglia, Stemmi Goliardici, Stemmi con Decreto, Stemmi di Proprietà, Stemmi con Sentenza ed Arme Coniugalis.
Nella Parte III vengono registrati gli Alberi Genealogici, sia di Famiglia, che Epicsopali, che Spirituali.
Nella Parte IV troviamo gli Stemmi Commerciali, nella Parte V gli Stemmi di Enti, nella Parte VI ci sono gli Stemmi Stranieri, nella Parte VII gli Emblemi Commemorativi e Celebrativi ed infine una parte riservata agli Stemmi di Distinta Civiltà.
Gli unici stemmi che non sono stati censiti sono quelli civici, per la semplice ragione che già esiste un sito dedicato a questa categoria di stemmi, www.araldicacivica.it.
Il principale scopo del registro è di pubblicizzare e rendere noti gli stemmi censiti, in modo di facilitare la rapida identificazione dei proprietari degli stessi.
Purtroppo l'esistenza di questo registro non può evitare che più famiglie usino lo stesso stemma o emblema, o che alcune rubino letteralmente l'arma di una casata con stesso cognome, ma cerca di scoraggiare questa abitudine scorretta ed anti-storica e si adopera affinchè tutto ciò non succeda, consigliando gl'interessati ad adottare stemmi di famiglia ex novo ed unici.
Il RAI quindi è da considerare più uno specchio che "registra" la situazione araldica in Italia, che un'autorità che riconosce o concede titoli, onorificenze o stemmi.
Oltre allo stemma è possibile registrare anche insegne, cimieri, rebus, motti, vessilli, ex libris, livree, sigilli ed alberi genealogici. La lista completa degli emblemi che si possono registrare sul RAI è pubblicata su un’apposita guida ( http://www.registroaraldicoitaliano.com/guida_araldica.html).
Il petizionario può allegare alla richiesta di registrazione anche uno statuto araldico, le brisure di famiglia o l’esegesi degli emblemi registrati.
Non esistendo più leggi che riguardino la regolamentazione della materia araldico-nobiliare, i cittadini italiani sono liberi di usare gli elementi esterni di uno stemma come credono. Infatti elmi, supporti, corone o lambrecchini possono essere usati anche come elementi decorativi di uno scudo o come "..fregio alle figure dello scudo" (Felice Tribolati, Grammatica Araldica, ed. Hoepli).
Il RAI ha due domini internet, registroaraldico.it e registroaraldicoitaliano.com ed il nuovo sito permette anche di effettuare ricerche avanzate sia delle registrazioni che degli emblemi registrati e la schermata successiva si compone di ulteriori filtri, come gli smalti, e gli elementi sia interni che esterni di uno stemma, i settori a cui si richiamano gli emblemi, i concetti ed i riferimenti espressi negli emblemi, gli stili degli stessi, le case sovrane che hanno concesso l'emblema, il tipo d’arme, se ci sono brisure o statuti araldici o esegesi, etc. Interessanti e di aiuto anche le sezioni dedicate alla legenda, alle nozioni araldiche e agli usi e consuetudini.
La I edizione del RAI è accompagnata da un video, che è pubblicato nel canale Youtube dello studio e del RAI.