Il 29 novembre 2023 diverse società hanno partecipato al click day per tentare di aggiudicarsi il Voucher per Consulenza in Innovazione, l’agevolazione (erogata sotto forma di voucher concedibile in regime “de minimis”) messa a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) per supportare le PMI nel processo di transizione tecnologica e digitale, in coerenza con il Piano nazionale “Impresa 4.0”. Il 5 febbraio 2024 il MIMIT ha definito con decreto direttoriale l’elenco delle domande di agevolazione risultate finanziabili, sulla base dell’ordine cronologico di presentazione delle istanze, dell’ammontare delle risorse finanziarie disponibili e dell’applicazione delle riserve previste nell’ambito dell’intervento.
Come da regolamento, il voucher è stato dunque assegnato alle imprese “più veloci”, ovvero a coloro che nel giorno del click day sono riuscite a inoltrare la propria istanza più in fretta rispetto agli altri candidati. Tra gli interessati c’era anche l’imprenditore Claudio Grimoldi, che ha seguito alcune società nel processo di presentazione della domanda, completato nel pieno rispetto della normativa. Nessuna di queste, però è riuscita ad arrivare tra i primi classificati, molte delle quali – come si vede dal documento diffuso dal MIMIT – hanno completato l’operazione in tempi record (al di sotto dei 18/20 secondi), destando i sospetti dell’imprenditore monzese. “È evidente che per raggiungere intervalli così bassi, non è sufficiente la mano umana, chi ha provato a seguire la procedura lo sa bene” – fa notare Grimoldi – “Il motivo per cui i vincitori del bando hanno potuto essere cosi rapidi non è semplicemente una maggiore prontezza, ma il ricorso a dei bot, nonostante il loro utilizzo fosse espressamente vietato dal regolamento”.
Una palese violazione, quindi, che però non ha portato gli organizzatori a riesaminare il risultato nonostante fosse possibile. È proprio in relazione a questo aspetto che l’imprenditore monzese esprime tutto il suo disappunto: “È la solita operazione "all’italiana" dove chi segue le regole viene penalizzato, mentre chi non lo fa viene premiato e nessuno controlla, anche se l’infrazione è lampante: basta considerare che la prima domanda abbia impiegato meno di 2 secondi!” – afferma Grimoldi, amareggiato, appunto, per il mancato intervento da parte del MIMIT, nonostante ci siano tutti i presupposti per farlo. L’imprenditore chiede quindi al MIMIT di rivedere tutte quelle pratiche che hanno vinto palesemente grazie all’uso dei bot e di prendere provvedimenti verso le società di finanza agevolata che avevano il mandato per la presentazione (e che dichiarano in maniera trasparente di utilizzarli).
Invita inoltre gli organizzatori ad adottare una strategia differente per i prossimi bandi, affinché una simile situazione non possa più ripetersi. “Occorre implementare delle procedure che impediscano davvero di utilizzare i bot e controllare ogniqualvolta ce ne sia il dubbio” dice Grimoldi “altrimenti va a finire che per ottenere le agevolazioni si è costretti è pagare le società di finanza agevolata che ne fanno ricorso e che, al di là di questi strumenti, in questi casi non forniscono alcun valore aggiunto al lavoro da svolgere”.
Come da regolamento, il voucher è stato dunque assegnato alle imprese “più veloci”, ovvero a coloro che nel giorno del click day sono riuscite a inoltrare la propria istanza più in fretta rispetto agli altri candidati. Tra gli interessati c’era anche l’imprenditore Claudio Grimoldi, che ha seguito alcune società nel processo di presentazione della domanda, completato nel pieno rispetto della normativa. Nessuna di queste, però è riuscita ad arrivare tra i primi classificati, molte delle quali – come si vede dal documento diffuso dal MIMIT – hanno completato l’operazione in tempi record (al di sotto dei 18/20 secondi), destando i sospetti dell’imprenditore monzese. “È evidente che per raggiungere intervalli così bassi, non è sufficiente la mano umana, chi ha provato a seguire la procedura lo sa bene” – fa notare Grimoldi – “Il motivo per cui i vincitori del bando hanno potuto essere cosi rapidi non è semplicemente una maggiore prontezza, ma il ricorso a dei bot, nonostante il loro utilizzo fosse espressamente vietato dal regolamento”.
Una palese violazione, quindi, che però non ha portato gli organizzatori a riesaminare il risultato nonostante fosse possibile. È proprio in relazione a questo aspetto che l’imprenditore monzese esprime tutto il suo disappunto: “È la solita operazione "all’italiana" dove chi segue le regole viene penalizzato, mentre chi non lo fa viene premiato e nessuno controlla, anche se l’infrazione è lampante: basta considerare che la prima domanda abbia impiegato meno di 2 secondi!” – afferma Grimoldi, amareggiato, appunto, per il mancato intervento da parte del MIMIT, nonostante ci siano tutti i presupposti per farlo. L’imprenditore chiede quindi al MIMIT di rivedere tutte quelle pratiche che hanno vinto palesemente grazie all’uso dei bot e di prendere provvedimenti verso le società di finanza agevolata che avevano il mandato per la presentazione (e che dichiarano in maniera trasparente di utilizzarli).
Invita inoltre gli organizzatori ad adottare una strategia differente per i prossimi bandi, affinché una simile situazione non possa più ripetersi. “Occorre implementare delle procedure che impediscano davvero di utilizzare i bot e controllare ogniqualvolta ce ne sia il dubbio” dice Grimoldi “altrimenti va a finire che per ottenere le agevolazioni si è costretti è pagare le società di finanza agevolata che ne fanno ricorso e che, al di là di questi strumenti, in questi casi non forniscono alcun valore aggiunto al lavoro da svolgere”.